Qual è il ruolo di un allevatore?

Ecco due citazioni che rispondono a questa domanda in modo esaustivo e completo e nelle quali noi dell'allevamento "di Sole&Azzurro" ci riconosciamo pienamente:

 

"Un allevatore non è solo una persona che ama smodatamente i gatti ma anche una persona che decide di dedicare la propria vita, il proprio tempo libero ed il proprio denaro al miglioramento e alla diffusione di una razza.

 

Ma cosa significano le parole miglioramento e diffusione?

 

Migliorare un razza significa tante cose: arricchire il pool genetico facendo nascere soggetti sani e in standard, il che presuppone un’accorta selezione dei genitori tenendo conto dei gradi di consanguineità e della loro storia clinica; arricchire le conoscenze di genetica e delle problematiche relative alla salute felina onde evitare di scegliere accoppiamenti sbagliati e/o di non riconoscere malattie di cui i gatti potrebbero essere affetti; confinare (attraverso la castrazione o la sterilizzazione) soggetti portatori di malattie genetiche o ereditarie per evitare che vengano prodotti figli malati o portatori; seguire con continuità anche i gatti già affidati a famiglie onde monitorare la salute delle proprie discendenze; aggiornarsi continuamente sugli sviluppi della ricerca e della medicina veterinaria per quanto riguarda le malattie cui la razza è tipicamente soggetta. Per diffusione, invece, si intende sia la scelta oculata per i cuccioli nati in allevamento della miglior sistemazione possibile presso proprietari responsabili e attenti, sia lo sforzo di far conoscere al mondo esterno la bellezza e la caratteristiche tipiche della razza."

 

Dott.ssa Sonia Campa (Consulente comportamentale specializzata in gatti da compagnia e d'allevamento, Educatrice cinofila SIUA e Tecnico CSEN di Mobility Dog)

ALLEVAMENTO per Enci, febbraio 1997

Allevare vuol dire:

  • avere molta pazienza;
  • non scoraggiarsi di fronte agli insuccessi, se le premesse erano giuste;
  • seguire i consigli di chi ha più esperienza, senza orgogli, invidie, gelosie;
  • prefiggersi di produrre soggetti fisicamente e psichicamente sani;
  • cedere solo cuccioli rispondenti alle suddette qualità, sapendo sacrificare quando occorre, anche la lira o il sentimentalismo;
  • saper essere onesti con se stessi;
  • essere pronti a sacrificare domeniche, feste comandate e alle volte anche le notti, perché qualcosa può sempre succedere;
  • convincersi che non basta avere due campioni per produrre tanti campioncini;
  • essere coscienti che c’è sempre qualcosa da imparare;
  • avere mille occhi sempre vigili;
  • ed infine avere anche…fortuna!

 

È praticamente impossibile insegnare ad allevare perché Allevare non è un mestiere, bensì un’arte e l’arte è innata e si può solo affinare con l’esperienza, ma è possibile inculcarla in chi non la possiede.

Bisogna sempre partire da riproduttori tipici, ma non esagerati, sani sia fisicamente che psichicamente, non ritenersi dei novelli Tesio e accontentarsi di produrre cuccioli che rispondano in tutti i sensi ai requisiti della razza prescelta ritenendosi soddisfatti quando si arriva a produrre un’alta percentuale di tali soggetti.

 

È infatti negativo cercare a tutti i costi di allevare il grande campione trascurando tutto il resto ed è invece più importante saper produrre un’alta media di soggetti rispondenti ai requisiti richiesti.

 

Bisogna anche fare tesoro delle esperienze e non solo proprie, ma anche altrui e tenere presente che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e praticamente ogni cucciolata, ogni cucciolo è un caso  sé.

 

Franca Simonetti