Curiosità feline in pillole  ^..^

Il gatto e il cibo

Il gatto assume il cibo sia durante il giorno sia durante la notte compiendo fino a quindici/sedici piccoli pasti nelle ventiquattro ore. Infatti, quando ne ha la possibilità, cattura molte prede di ridotte dimensioni “sbocconcellandole” piano piano.

 

È necessario:

  • Disporre due/ tre punti cibo (croccantini), lontano dai luoghi particolarmente rumorosi della casa e dalle cassette igieniche];
  • Alcuni punti cibo possono essere collocati in un luogo sopraelevato come per esempio il tavolo o il top della cucina.

L’acqua deve essere sempre fresca e abbondante.

 

Poiché molti gatti gradiscono l’acqua corrente, è possibile predisporre, oltre la classica ciotola, una fontanella indoor a riciclo di acqua.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Perché i gatti scavano a volte dopo aver mangiucchiato l’umido o le crocchette?

È un gesto atavico e naturale; è quello di coprire la "preda/cibo" per preservarla dagli altri predatori e per tornare poi a mangiare i resti nel momento di bisogno : )

Convivendo

Gli animali, così come l’essere umano, possiedono fabbisogni comportamentali e di sicurezza poiché sono soggetti dotati di una mente, con motivazioni ed emozioni che caratterizzano la loro “personalità”.

Il gatto è un partner sociale, parte attiva del gruppo famigliare e deve essere riconosciuto non solo come un semplice convivente ma come soggetto, seppur “diverso da me”. La creazione di una corretta relazione fondata sul pieno riconoscimento delle rispettive diversità è alla base della coabitazione con il piccolo felino.

 

La relazione è composta di più “parti”, tra cui le principali sono:

  • affettiva (dare, e ricevere affetto),
  • ludica (giocare e lasciarsi coinvolgere nel gioco),
  • affiliativa (sentirsi parte di un gruppo e coinvolgervi il partner),
  • sociale (fare delle attività con il gatto e lasciarsi ingaggiare dall’animale),
  • epistemica (osservare il comportamento del piccolo felino, lasciare che ci guardi e farsi comprendere da lui).

 

 

Dott.ssa S. Giussani Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Caro micio, perché non mi ascolti?

Spesso, il nostro gatto si isola e dorme a lungo anche quando siamo a casa; se desideriamo coinvolgerlo in attività ludiche, il piccolo felino non ne vuole sapere! Per tanti anni si è pensato che il gatto fosse un animale solitario e poco disponibile alla collaborazione. In realtà non è così!

Il piccolo felino, nella maggior parte dei casi, non è abituato a svolgere attività in nostra compagnia, poiché rimane da solo molte ore. Quindi, quando cerchiamo di coinvolgerlo, non siamo "credibili".

Per arricchire la giornata del nostro gatto possiamo, fin dall'adozione, condividere il momento della colazione, pranzo e cena chiamando il piccolo felino e somministrando un cucchiaio di cibo umido, coinvolgerlo durante le pulizie dell'abitazione (cambiare le lenzuola, passare la scopa o il mocio), ingaggiarlo lanciando qualche giocattolo e così via.

 

È opportuno evidenziare che la relazione deve essere coltivata quotidianamente.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Miao...faccio i dispetti!

Il gattino o un gatto adulto possono realizzare numerosi comportamenti “indesiderati” all’interno delle mura domestiche, come per esempio graffiare, distruggere, fare cacca e pipì fuori dalla cassetta o miagolare in modo fastidioso.

 

Tali comportamenti non sono un “dispetto”, ma devono essere letti come un messaggio rivolto alla famiglia umana che comunica, in alcune occasioni, la presenza di un disagio legato al mancato soddisfacimento dei fabbisogni del gatto, all’esistenza di una malattia del comportamento o alla presenza di una patologia organica.

 

La consapevolezza di appartenere a specie diverse, infatti, comporta la conoscenza delle necessità dei nostri piccoli compagni. Mangiare, bere, dormire, evacuare le deiezioni sono considerati fabbisogni primari per tutti gli esseri viventi ma gli animali, così come noi, possiedono anche fabbisogni comportamentali e di sicurezza poiché sono soggetti dotati di una mente, con motivazioni ed emozioni che caratterizzano la loro “personalità”.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Ti piace?

Accarezzo il mio gatto ... al mio gatto piace?

È importante comprendere che cosa pensa e prova l'altro per migliorare sempre più la qualità della relazione.

 

Il gatto gradisce il contatto:

  • Il viso è disteso e gli occhi socchiusi
  • Le orecchie cascano ai lati della testa
  • I baffi sono rilassati
  • I muscoli del corpo sono rilassati
  • Il gatto reciproca il contatto cioè si protende verso la nostra mano

 

Il gatto non gradisce il contatto:

  • La punta della coda si muove a scatti
  • Gli occhi sono spalancati
  • Le orecchie sono tese e portate in alto sul capo
  • I baffi sono tesi e in avanti
  • Il gatto si lecca le labbra, sbadiglia, gira la testa dalla parte opposta

 

Numerosi gatti faticano a gestire le emozioni suscitate dal contatto: si irrigidiscono e, per interrompere la carezza, stringono con i denti la mano. Per aiutare il piccolo felino ad apprezzare le carezze è possibile dapprima avvisarlo con la voce e facendo un passo verso di lui: "È il momento delle coccole!". Il micio può osservarci con gli occhi "sorridenti" e avvicinarsi a noi: il comportamento indica la disponibilità al contatto. Oppure, il gatto può dilatare le pupille, fare un passo indietro, spostare i baffi in avanti e girare la testa: il comportamento indica che non è per nulla disponibile!

 

Quando un gatto si mostra infastidito dal contatto è bene imparare a riconoscere i messaggi che ci invia. Se ci dice "NO non ne ho voglia", limitiamoci a parlargli restandogli vicino. Così facendo il piccolo felino si fiderà sempre più e si "lascerà andare" maggiormente permettendoci magari una breve carezza.

 

 

Rispettare i messaggi inviati dal piccolo felino favorirà la nascita di una relazione basata sulla fiducia. Comprendere il nostro gatto fa sì che il piccolo felino si senta accolto e ascoltato.

 

Dott.ssa S. Giussani medico veterinario esperto in comportamento animale

Il gatto, conoscerlo per comprenderlo

Il gatto depone specifici messaggi chimici, chiamati feromoni, sia per indicare a eventuali conspecifici i differenti campi territoriali (la zona in cui il piccolo felino mangia, riposa, elimina, gioca) sia per riconoscere i membri del gruppo e gli oggetti della casa.

I feromoni sono secreti da differenti ghiandole poste nella cute e nelle mucose attorno agli orifizi naturali. I messaggi portati da questi segnali chimici giungono direttamente al cervello del gatto attraverso una struttura (l’organo di Jacobson) che si apre nella bocca. Il gatto percepisce i feromoni grazie al comportamento di Flehmen o Lip – Curl: il labbro superiore è sollevato, la bocca è semiaperta e la lingua si muove rapidamente.

I principali feromoni a tutt’oggi conosciuti sono i feromoni facciali, quelli depositati attraverso le graffiature e le marcature urinarie, i feromoni di allarme.

 

 

Dott.ssa Giussani S., Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Quando il gatto sfrega le guance ...

Il gatto quando sfrega le guance su di noi, su un altro gatto/ cane o sugli oggetti depone i feromoni. I feromoni sono sostanze chimiche che noi non siamo più capaci di percepire; i feromoni trasmettono un messaggio.

Quando il piccolo felino sfrega le guance su di un oggetto (le gambe del tavolo o delle sedie, gli stipiti delle porte e così via) depone la frazione 3: il messaggio indica "Ti conosco e fai parte della mia abitazione".

Quando il gatto, invece, sfrega le guance su di noi o un altro gatto/ cane con cui vive, depone la frazione feromonale 4; il messaggio indica "Ti conosco e fai parte della mia famiglia".

 

 

Dott.ssa Sabrina Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento

Dove dorme il gatto?

Il gatto, una volta diventato adulto, sceglie più luoghi di riposo nell'abitazione e li utilizza ciclicamente. Alcuni piccoli felini preferiscono riposare in alto, lontano da tutti gli altri membri della famiglia; altri nascosti sotto un mobile, le coperte o il letto. Altri ancora, invece, si accoccolano con piacere in mezzo a una stanza o sui tavoli. Condividere il luogo di riposo con un altro componente della famiglia (gatto, cane o essere umano) indica la presenza di una relazione preferenziale, d'intimità.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

La notte ... si festeggia!

Soprattutto durante la primavera, i gatti di 8 mesi - 1 anno di età corrono per la casa come fossero impazziti. Il comportamento si realizza anche durante la notte e con maggiore frequenza intorno alle 2 e alle 5 del mattino.

I gatti, anche se vivono in coppia, quando sono soli a casa hanno poco da fare e dormono.

Nessun animale, soprattutto giovane, può riposare tutto il giorno e tutta la notte!

 

I gatti hanno bisogno di svolgere attività durante la giornata altrimenti durante le tiepide notti primaverili, ci svegliano con le corse pazze e gli altissimi salti.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Il gatto e lo spazio in tre dimensioni

Al fine di aumentare lo spazio all’interno dell’abitazione è possibile sfruttare la terza dimensione (altezza) in modo che il gatto possa esplorare, nascondersi e giocare anche durante le ore di assenza della famiglia. Nell’ultimo decennio numerosi designer hanno progettato componenti d’arredo a questo scopo che ben si integrano con l’arredamento presente nell’ambiente domestico. Le soluzioni proposte permettono un maggiore confort per il gatto e per i proprietari poiché lo spazio vitale disponibile è soddisfacente per tutto il gruppo. Inoltre, distolgono l’attenzione dell’animale dal mobilio, preservandolo!

Per esempio, è possibile:

- Predisporre più mensole in successione che permetteranno al gatto di accedere ai mobili più alti;

- Lasciare a disposizione del gatto alcuni ripiani della libreria applicandovi apposite passerelle che favoriscono lo spostamento dell’animale salvaguardando i libri e gli oggetti.

 

 

Dott.ssa Giussani S., Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

"Scendi da lì"  "Non salire, basta!"

Il gatto sfrutta lo spazio in modo differente rispetto al cane.

 

Il piccolo felino gradisce salire verso l'alto e per questo sfrutta i mobili presenti nella nostra abitazione: sedie, tavoli, pensili e top della cucina, mensole e così via. Poiché il gatto "casalingo" svolge poche attività durante la giornata, è fondamentale ricavare degli spazi verso l'alto così che possa accedervi.

Sgridarlo e farlo scendere dal tavolo, poiché apparecchiato o dal top della cucina quando siamo ai fornelli, genera un disagio nell'animale se non ha a disposizione altri luoghi dove poter esercitare la tendenza a perlustrare ed esplorare.

 

L'arricchimento ambientale, studiato in base a ogni gatto e al sistema famiglia con cui vive, è fondamentale per rendere il piccolo felino appagato.

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Taaaac... caduto!

Un gattino, soprattutto in giovane età, realizza un comportamento di perlustrazione (mappatura dell’ambiente in cui vive) e di esplorazione a carico degli oggetti. Durante queste attività è possibile che alcuni oggetti ne facciano le spese: il piccolo saltando, per esempio, sulle mensole o sui mobili potrebbe far cadere accidentalmente soprammobili e simili. Infatti, fino all’età di circa sei mesi, il gattino è impacciato e non ancora in grado di coordinare correttamente i movimenti. In altre occasioni, invece, il piccolo desidera raccogliere maggiori dettagli sull’oggetto trovato: per questo lo tocca con i baffi e le mani, lo esplora con la bocca per conoscere il materiale di cui è composto. Per completare l’esplorazione, il felino, spesso, cerca di muovere l’oggetto spingendolo con le mani o con il viso provocandone la caduta! 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Divertirsi con un piccolo felino!

Per tenere viva la curiosità del gatto, è possibile lasciare a disposizione solo alcuni giochi alla volta e ripresentarli dopo qualche settimana a rotazione.

 

I giochi tra proprietario e gatto dovrebbero sollecitare la dimensione collaborativa. Il partner umano dovrà ingaggiare il piccolo felino coinvolgendolo in attività comuni piacevoli per entrambi, come per esempio costruire una “tana” (una scatola di cartone con buchi per l’ingresso del gatto), creare la “sedia delle meraviglie” (appendendovi fili, tappi, oggetti e altro) e così via.

 

È necessario evitare:

  • giochi di eccitazione, come per esempio afferrare le mani e i piedi in rapido movimento,
  • inseguire i giochi di luce e ombra o i raggi laser proiettati sul pavimento o sul muro poiché aumentano l’eccitazione emozionale favorendo la comparsa del comportamento di aggressione predatoria.

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Il gatto e il gioco

Il comportamento di gioco sociale (di gruppo) appare nei gattini dalla fine della terza settimana di vita e tende a scomparire tra la dodicesima e la quattordicesima settimana di vita.

Nel gatto adulto permane quasi esclusivamente il comportamento di gioco solitario (con oggetti).

All’età di quattro – cinque settimane i gattini effettuano giochi di lotta corpo a corpo che consistono nell’emissione di vocalizzi, in “mordicchiamenti” e in graffiature. L’eccitazione provocata dal gioco porta ad aumentare l’intensità del morso fino a provocare un grido di dolore da parte del compagno. Oltre al gioco della lotta con il passare delle settimane compaiono la “corsa di traverso”, il “balzo” che fa seguito all’agguato, il “sollevamento sugli arti posteriori” e “la boxe”. 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Il gatto...imparare a capirsi!

Spesso, quando facciamo qualche cosa per il nostro gatto, questi ci osserva dubbioso. Per esempio, compriamo un tiragraffi, lo posizioniamo e lo guardiano soddisfatti della nostra scelta; il piccolo felino, intanto, è completamente disinteressato all'oggetto e gioca con la confezione di carta dell'acquisto! Ciò accade perché abbiamo fatto tutto da soli! È necessario coinvolgere il gatto nella costruzione del graffiatoio, chiamando il piccolo felino, facendolo giocare con cordini o viti e mostrandogli come usare l'oggetto. Così facendo diventeremo i referenti del nostro gatto, cioè coloro che possono proporre attività interessanti e guidare l'animale in un processo di conoscenza.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Il gioco: rompicapo da fare con il gatto

È possibile proporre al nostro gatto alcuni semplici rompicapo: un topolino o un premio in cibo nascosti sotto un bicchiere di plastica trasparente stimolano l’intelligenza enigmista del piccolo felino. È necessario attrarre l’attenzione del gatto muovendo ripetutamente un topolino che, dopo qualche minuto, sarà nascosto sotto il bicchiere capovolto. La coda del topolino (preferibilmente costituita da piume) deve sporgere dal bicchiere. Rapidamente il gatto cercherà di raggiungere il topolino, facendolo cadere l’oggetto che lo sovrasta! Nel caso in cui il piccolo felino non riuscisse è necessario aiutarlo. Un "Bravo!" e tante coccole faranno tutti felici.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Quanto tempo deve giocare il gatto?

Non c'è una risposta a questa domanda, poiché il gioco non è un "compito" o un "lavoro"!

Il gattino dedica gran parte della giornata all'attività ludica con oggetti o con i propri simili: correre, saltare, arrampicare e così via, stimolano il sistema nervoso e favoriscono la crescita.

Dall'anno di età, i giochi di coppia diventano occasionali mentre permane l'attività ludica con oggetti. Tale attività, però, è concentrata soprattutto all'alba e al tramonto, momenti dedicati alla "caccia".

Possiamo proporre al nostro gatto giochi di eccitazione, che simulano una preda in movimento e giochi di concentrazione che incentivano l'attenzione e la riflessione. Ogni attività dovrebbe durare al massimo cinque - sette minuti così che le emozioni evocate siano positive e possano svolgere il ruolo di "gancio" nei giorni successivi alla vista della preparazione del gioco.

 

 

Dott.ssa Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

La cassetta ... il bagno del nostro gatto!

La scelta della cassetta è molto importante per il gatto, così come per noi è fondamentale l’acquisto e la disposizione dei sanitari nella stanza da bagno.

 

La maggior parte dei piccoli felini preferisce urinare e defecare in zone differenti: per questo, è necessario predisporre due cassette poste anche l’una vicino all’altra. Quando più gatti coabitano nella stessa abitazione, è opportuno acquistare una cassetta in più rispetto al numero degli animali, così che almeno una sia sempre pulita. Le dimensioni della cassetta devono consentire un comodo accesso al gatto, così che possa entrare, scavare, coprire e uscire comodamente.

 

Alcuni piccoli felini preferiscono usare una cassetta chiusa per avere un po’ di privacy mentre altri la gradiscono aperta.

 

Consiglio di togliere lo sportello al coperchio della cassetta così che il gatto possa entrare e uscire con maggiore facilità. Per ridurre il numero dei granuli di lettiera che l’animale sparge quando scava e copre, è possibile collocare davanti alla cassetta un tappetino.

 

La cassetta deve essere collocata in una zona tranquilla dell’abitazione, lontano dai punti di passaggio, dalle risorse alimentari, dalla ciotola dell’acqua e dai luoghi di riposo.

 

Il balcone non sempre è una buona scelta poiché in inverno, spesso, il gatto non gradisce uscire al freddo per eliminare!

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Sono... geloso!

Quando adottiamo un cucciolo o un gattino, il nostro “primogenito peloso” può risentirne e mostrare comportamenti riferibili alla gelosia tra fratelli. 

I comportamenti indotti dalla gelosia sono spesso legati alla paura e alla rabbia. La paura può essere scatenata dalla difficoltà di comunicazione con il nuovo arrivato mentre la rabbia dall’invasione inaspettata dello spazio abitativo e dal cambiamento della routine quotidiana. Il nuovo membro della famiglia altera l’equilibrio famigliare e costringe tutti quanti ad “abbandonare la strada vecchia” senza conoscere che cosa riserverà il futuro. Il gatto non solo prova emozioni, ma è in grado di comprendere ciò che avverte il partner umano ascoltando il tono della voce, osservando il viso o la postura della persona.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Natale: un albero x 2!

Il nostro gatto si diverte moltissimo quando addobbiamo l'albero di Natale. Per rafforzare la relazione con il piccolo felino possiamo scegliere oggetti non pericolosi per il micio da legare con un cordino (di 2 - 3 cm al massimo) di iuta (è una fibra vegetale che si degrada rapidamente in caso di ingestione accidentale). Stelle di cartone, giocattoli per gatti, pasta cruda, palline di carta e così via possono essere appesi nelle parti basse dell'albero così che il nostro gatto possa trascorrere del tempo di qualità non solo preparando il materiale insieme a noi, ma anche divertendosi a staccare tutto quanto! E noi, da bravi genitori, appenderemo di nuovo gli oggetti e così via fino all'arrivo della Befana che tutte le feste porta via volando sulla scopa magica!

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Il gatto ci osserva!

Il gatto, fin dalla giovane età, osserva i nostri comportamenti e spesso si cimenta nelle attività “studiate” imitandoci. La pulizia dei ninnoli, lo spostamento di oggetti e così via può essere in alcuni soggetti particolarmente ricettivi, un incentivo all’utilizzo delle mani per “mettere in ordine” dal punto di vista del piccolo felino! Questo comportamento è realizzato soprattutto con gli oggetti a noi più cari, che, quindi, manipoliamo più spesso e ai quali serbiamo maggiore attenzione.

È opportuno ricordare che sgridare il gatto o punirlo mentre sta esplorando un oggetto o alla presenza di distruzioni senza fornire un'altra possibilità, può favorire la nascita nell’animale di un disagio che si manifesta con l’aumento dei danni. 

 

Dott.ssa Sabrina Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Il gatto ci "legge"!

Gli elementi verbali e non verbali che fanno parte della comunicazione dell’essere umano sono in grado di modificare lo stato emozionale del gatto.

 

L’anticipazione emozionale del proprietario, legata al ricordo dei viaggi e delle visite veterinarie realizzate in precedenza, induce quest’ultimo a fissare il gatto, a muoversi rapidamente gesticolando, ad alzare il tono della voce e a cercare di toccare l’animale più frequentemente.

Inoltre, il disagio provato causa la dilatazione delle pupille, l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria del proprietario stesso. Il piccolo felino è in grado di “leggere” con facilità questi messaggi e rapidamente si “allineerà” alla situazione emozionale negativa dell’essere umano.

 

 

La cistite a volte può legata a una situazione di stress. La vescica diventa l'organo che concentrava tensione emozionale.

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Arriva un neonato

Per “partire” con il piede giusto è opportuno:

• Fin dai primi mesi di gravidanza, annunciare al cane/gatto l’arrivo del neonato. Mamma può massaggiare la “pancia” e, rivolgendosi all’animale, spiegare che arriverà un piccolino. Le emozioni positive trasmesse dalla Mamma saranno lette dall’animale e “legate” al nascituro.

 

• È bene realizzare il primo incontro tra il cane e il bambino al di fuori delle mura domestiche. È possibile condurre il cane in automobile presso il cortile dell’Ospedale o della Clinica e consentire all’animale di salutare la Mamma mentre il Papà si occupa del bimbo. La famiglia, quindi, realizzerà una breve passeggiata prima di tornare a casa. Oppure, è possibile condurre il cane in passeggiata nei pressi dell’abitazione e realizzare la procedura sopra descritta. Così facendo, l’animale potrà conoscere il nuovo arrivato con i “propri” tempi, gestendone la distanza e l’iniziativa del contatto.

 

• Distogliere l’attenzione del neonato dal cane/gatto fin dai primi giorni dopo l’arrivo a casa, coinvolgendo il bambino in altre attività spiegando che “Bau ha bisogno di fare la nanna” o “Miao sta mangiando”. Così facendo, quando il bimbo inizierà a gattonare, rispetterà anch’egli gli spazi dell’animale prevenendo la comparsa di eventuali comportamenti di aggressione difensiva.

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Viaggiare con il gatto

Alcuni fattori, come il modello del trasportino, la preoccupazione del proprietario e il viaggio in automobile possono modificare lo stato emotivo del gatto.

 

Per trasformare il trasportino in un luogo sicuro è necessario:

- Lasciare fin dall’adozione il trasportino sempre a disposizione dell’animale con la porticina aperta e all’interno un morbido cuscino.

- Vaporizzare nel trasportino i Feromoni di Tranquillità prima di ogni viaggio (due o tre nebulizzazioni). È opportuno ricordare che, per favorire l’evaporazione del solvente alcolico contenuto nel prodotto, è bene realizzare quest’operazione nell’ambiente esterno e attendere circa quindici minuti prima di introdurvi il piccolo felino.

- Sorreggere il trasportino, quando il gatto è all’interno, con entrambe le mani muovendosi lentamente poiché, altrimenti, le oscillazioni indotte dallo spostamento potrebbero aumentare il disagio del piccolo felino.

- Ogni gatto della famiglia deve viaggiare nel proprio trasportino poiché, l’agitazione legata all’esperienza, può aumentare l’irritabilità e scatenare un comportamento di aggressione diretto verso il compagno.

- Al rientro a casa è necessario lavare il trasportino (all’esterno e all’interno) con acqua tiepida e sapone neutro per eliminare i feromoni di allarme che il gatto ha emesso dai polpastrelli delle mani e dei piedi durante il viaggio.

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale

Il gatto anziano

Che cosa accade al gatto quando raggiunge la "terza età"?

Ha bisogno di dormire più a lungo, sente e vede con minor chiarezza, spicca salti con meno agilità. Anche le capacità cognitive possono rallentare o essere offuscate: la memoria vacilla, la curiosità diminuisce, i giocattoli non sono più interessanti.

 

È importante mantenere attivi il fisico e la mente del gatto anziano: arricchire l'ambiente domestico così che il felino possa compiere nuovi tragitti, "novità" che provengono dall'ambiente esterno (castagne, scatole di cartone, foglie secche e così via) e giocattoli "stimolanti" (con le piume per esempio).

 

 

Dott.ssa S. Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale