Il rispetto dei tempi e degli spazi

di Roberto Marchesini , maggio 2016

 

Filosofo, etologo e zoo antropologo (SIUA, Scuola d’Interazione Uomo Animale)

Saper incontrare gli animali significa prima di tutto saper rispettare i loro tempi e i loro spazi: questa è la prima cosa che un etologo deve imparare. Si tratta di una considerazione che va declinata in molti modi, ma che ha sempre dei tratti in comune, per esempio nell’importanza di non bruciare le tappe e di rispettare le gradualità, di non essere oppressivi o invasivi, di sapersi moderare evitando di prolungare oltre i tempi di tolleranza un contatto o un’interazione.

 

Il gatto per esempio è particolarmente sensibile in fatto di tempo e spesso gli sbagli che commettiamo sono riferibili proprio a questo fattore. Per prima cosa per saper interagire col gatto bisogna sempre chiedersi se una certa interazione è opportuna in un particolare momento. Non esagero dicendo che ci sono persone che pretenderebbero di accarezzare il gatto quando sta mangiando oppure sta dormendo o addirittura sta facendo i suoi bisognini. Esiste una privacy correlata al tipo di attività che si sta facendo – anche noi non desideriamo le coccole quando siamo in bagno – e il gatto è particolarmente geloso di questa sua privacy, molto più del cane quantunque sarebbe corretto avere più rispetto anche dei tempi del cane.

 

Inoltre molte persone pretenderebbero di entrare subito in contatto e in intimità con qualunque gatto che magari non conoscono, per il solo fatto che “loro amano tanto i gatti!”. Sì, ma il gatto non lo sa e poi non è detto che lui ami tanto le persone.

In fondo un gatto può avere delle paure, frutto di brutte esperienze, oppure delle diffidenze, causate da una scarsa socializzazione. Spesso il gatto si trova in condizioni particolari che non lo fanno sentire sicuro, ragion per cui non desidera essere avvicinato da un estraneo.

 

A questo aggiungasi che anche in termini di durata dell’approccio il gatto mostra una sensibilità incredibile.

Ciò significa che i tempi di tolleranza del gatto sono profondamente diversi dai nostri. Noi potremmo accarezzare per ore il nostro gatto, ricavandone una sensazione piacevole a livello del palmo delle mani. Un gatto dopo un po’ sente un fastidio incredibile e cerca in tutti i modi di sottrarsi da quella condizione. Anche in termini di costrizione – per esempio nel pretendere di tenere in braccio o mantenere in un particolare posto il proprio gatto – c’è un’incredibile differenza tra uomo e gatto.

 

Non dimentichiamocelo: noi apparteniamo alla categoria dei primati, animali tendenzialmente arboricoli, abituati a stare vicini e a tenersi con le mani, con scarse tendenze di movimento perlustrativo e più interessati a visionare le cose da fermi. I gatti sono carnivori, abituati a cinetiche assai differenti e soprattutto portati a spostarsi continuamente. Un gatto può rimanere per un po’ in braccio a noi, ma lo fa perché è estremamente affezionato a noi, perché in realtà quella postura è per lui innaturale. Per questo non dobbiamo approfittarcene e tenere troppo a lungo il gatto.

 

Il bisogno degli spazi è ancor più pressante nel micio. Il gatto non ama avvicinamenti rapidi e veder azzerato lo spazio tra lui e un suo eventuale prossimo, al limite preferisce essere lui, con le opportune gradualità, ad accorciare le distanze. Quando deve affrontare un problema – per esempio l’arrivo di un estraneo in casa – il gatto si sente tranquillizzato dall’avere tutto lo spazio a disposizione non da una limitazione di spazio. Per questo se andremo ad accogliere l’ospite con il gatto in braccio faremo un dispetto al nostro micio, rendendogli l’occasione ancor più problematica, perché di fatto diminuiremo quello spazio di fuga che invece è ciò che lo tranquillizza.

 

Rispettare gli spazi significa comprendere che il gatto desidera vivere in un ambiente caratterizzato da diverse funzioni d’uso – la cucina, il bagno, la camera da letto – che non possono vedere una promiscuità, per esempio la cassettina dei bisognini accanto alla ciotola del cibo. Inoltre lo spazio di un gatto è tridimensionale e lui desidera fortemente muoversi in queste tre dimensioni che lo tranquillizzano in termini di serenità, privacy e gratificazione. Per il gatto poter dormire è una cosa importante, pena il sopraggiungere di situazioni stressanti che possono sensibilizzare il felino con esiti problematici nel suo profilo comportamentale. Ma poter dormire significa anche poter usufruire di uno spazio di privacy che viene rispettato dalle persone.

 

Con il gatto perciò stare vicini significa anche saper stare lontani.